Nome d'arte di
Maria Anna Kalogeropoulos. Soprano
americano di origine greca. Figlia di genitori greci stabilitisi negli Stati
Uniti intorno al 1920, studiò canto ad Atene, dov'era tornata assieme
alla madre, ed ebbe per maestra la famosa E. De Hildago. All'età di soli
15 anni esordì ad Atene con la
Cavalleria rusticana, ma non
incontrò un grande successo. Continuati gli studi, ottenne il successo
nel 1947 quando, nell'Arena di Verona, interpretò
La Gioconda.
L'opera era diretta da Tullio Serafin, il quale fu entusiasta della cantante,
tanto che, in seguito, la richiese come interprete della
Turandot,
dell'
Aida e della
Norma da lui stesso dirette. Nello stesso 1947
fu Isotta nella rappresentazione di
Tristano e Isotta allestita alla
Fenice di Venezia. A Verona la
C. conobbe l'industriale G.B. Meneghin che
sposò qualche anno dopo e grazie al quale venne naturalizzata italiana.
Sostenuta sempre dal marito che aveva quasi totalmente abbandonato le sue
attività in Verona per assumere il ruolo di impresario e di agente
teatrale, la soprano conobbe i più grandi successi e dal 1951
entrò a far parte dell'organico della Scala di Milano. Nel 1952, a
Londra, interpretò la
Norma (Covent Garden) e nel 1954
ripeté la stessa opera all'inaugurazione del nuovo Teatro Lirico di
Chicago. Con Von Karajan, noto direttore d'orchestra, cantò la
Lucia
di Lammermoor all'Opera di Stato di Vienna (1956). Per il suo indiscutibile
valore, nel 1957, fu premiata con l'Orfeo d'oro durante la tradizionale
cerimonia che ha luogo a Mantova tutti gli anni. I suoi rapporti col marito,
però, cominciarono ad affievolirsi fin dal 1959 e qualche anno dopo si
giunse alla separazione consensuale. Da allora e fino al 1968, la
C. si
accompagnò all'armatore greco Onassis. Dopo un insuccesso ottenuto nel
1964 (maggio) all'Opera di Parigi, dove aveva interpretato la
Norma, uno
dei suoi cavalli di battaglia, la
C. si ritirò dalle scene e si
stabilì a Parigi. La
C. disponeva di un'eccezionale estensione
vocale (tre ottave circa), oltre a possedere una voce assai suggestiva, anche se
non esente da disuguaglianze, una spiccatissima musicalità, nonché
un grande senso drammatico. Un'altra sua grande qualità era la
capacità di passare da un ruolo a quello diametralmente opposto, senza
alcun limite di tessitura e di carattere. Resta indimenticabile, fra le sue
interpretazioni, quella di
Medea di Cherubini per la sua elevata
drammaticità. Nel 1973 diresse i
Vespri siciliani al Regio di
Torino (New York 1923 - Parigi 1977).
Ritratto di Maria Callas (Museo Teatrale alla Scala)